All’apice di una campagna elettorale interamente incentrata sull’immigrazione, alienarsi i consensi del crescente elettorato xenofobo italiano rappresenta un rischio che le autorità non hanno alcuna intenzione di correre. In quest’ottica, il discorso fascista ormai ampiamente sdoganato, viene protetto arrivando a vietare qualsiasi espressione di dissenso, che sia davanti a un gazebo di CasaPound o in occasione di un comizio elettorale di Salvini, all’indomani delle sue inaccettabili affermazioni rispetto ai fatti di Macerata.

 

Il 14 ottobre 2017 il partito fascista CasaPound ha installato un gazebo informativo a Ventimiglia per illustrare il proprio programma politico e parlare in termini razzisti e xenofobi del loro punto di vista riguardo l’immigrazione.

Un gruppo di donne e uomini europee ha cercato di avvicinarsi con strumenti musicali e striscioni. Sono stati trasferiti alla stazione di Polizia e tenuti in stato di fermo fino a 5 ore senza che fosse loro fornito né un interprete né la traduzione dei documenti che veniva loro chiesto di firmare.

Il 9 febbraio 2018 il Teatro Comunale della città di confine ha ricevuto la visita del candidato premier della Lega Nord Matteo Salvini. L’obiettivo della giornata era quello di presentare alla cittadinanza il programma leghista che il partito delle ruspe porterà alle elezioni in Marzo.

Alla domanda di un giornalista di Sanremonews su cosa farebbe lui a Ventimiglia, Salvini ha risposto: “Qui bisogna fare come i francesi!”  Questi si distinguono per violare numerose norme di diritto internazionale con respingimenti arbitrari da parte della polizia di frontiera e della gendarmeria, che non espletano le verifiche del caso per accertare lo status giuridico della persona respinta, come prevederebbe invece il trattato di Dublino. Rimandano quotidianamente in Italia i minorenni, anche non accompagnati, che tornano a stare in strada privi di qualsiasi tutela.

Non soddisfatto, il leader della Lega ha proseguito dicendo “tornerò a Ventimiglia da Presidente del Consiglio e posso garantirvi fin d’ora che non ci sarà più nessun clandestino. “Mentre all’interno del teatro ventimigliese c’erano circa 500 persone, fuori uno schieramento di poliziotti in borghese e antisommossa, unitamente ad agenti della digos, si premuravano di allontanare chiunque potesse sollevare contestazioni rispetto ad una campagna elettorale giocata sullo sdoganamento di una sempre più allarmante xenofobia e di prospettive fasciste e razziste spacciate come soluzioni a tutti i mali del paese.

Mentre il centro di Ventimiglia riceveva le attenzioni di Salvini e della stampa, in via Tenda, nel quartiere popolare di Roverino dove trovano riparo centinaia di uomini e donne migranti, veniva rimosso da agenti di polizia in borghese uno striscione recante le parole “Da Ventimiglia a Macerata solidarietà, razzisti fascisti leghisti sono i veri terroristi”.

La motivazione addotta, è stata che il contenuto della striscione avrebbe potuto infastidire qualcuno.

In entrambi i casi il comportamento delle forze dell’ordine è stato il medesimo: vietare qualsiasi contestazione pacifica da parte di chi voleva manifestare il giusto dissenso verso la presenza di forze apertamente fasciste, xenofobe e incitanti all’odio razziale in un territorio delicato come quello di Ventimiglia.