Rosella Dominici è una volontaria e attivista imperiese, impegnata in azioni di solidarietà coi migranti che rimangono intrappolati a Ventimiglia, da quando, nel 2015,  la Francia sospese gli accordi di Schengen e chiuse la frontiera con l’Italia.

Il prossimo Venerdì 9 Febbraio 2018, al Tribunale di Imperia, Rosella sarà processata per diffamazione aggravata: una denuncia che arriva dal Sindaco della cittadina di frontiera, Enrico Ioculano, al quale la solidale diede del “bastardo” in un post su Facebook. L’episodio risale al 30 Settembre 2015, a poche ore dalla conclusione di sgombero del presidio nella pineta dei Balzi Rossi, iniziato pochi mesi prima dai migranti in protesta contro il blocco di confine.

Alla sera, Rosella aprì un post su Facebook e scrisse di getto, con rabbia e amarezza, contro chi aveva messo la propria firma sugli eventi di quella giornata.

Il processo per diffamazione si è aperto il primo dicembre 2017, presieduto dalla giudice Daniela Gamba, con la testimonianza della diretta interessata, difesa dagli Avv. Gianluca Vitale del Foro di Torino e  Avv. Francesco Fazio del Foro di Savona. Poichè il sindaco Ioculano era quel giorno impegnato a Roma, una seconda data del processo è stata quindi fissata per il 9 Febbraio 2018, per ascoltare le parole dell’accusa.

Abbiamo incontrato Rosella, chiedendole di raccontarci la genesi e la storia di questo processo: si è finiti per parlare dell’oggi, con un occhio al passato e uno al presente della cittadina frontaliera. Un occhio sensibile e attento alle ingiustizie e alla grave situazione in cui versano le persone in viaggio. Uno sguardo lucido e vigile e che non può fare a meno di notare come, nello scorrere dei mesi, le cose siano solo peggiorate. Per tutti.

Rosella, ci puoi raccontare a grandi linee che cosa accadde il 30 settembre del 2015: quali fatti e quali emozioni ti portarono a scrivere che il sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano fosse stato un “bastardo”?

Certamente: iniziamo dal post e dal perchè scrissi quell’affermazione contro il sindaco.

Era la sera del 30 settembre 2015, dopo un’intera giornata di sgombero dei Balzi Rossi, e su quel post, a parte la scritta, misi la foto della ruspa che aveva distrutto e buttato nei bidoni centinaia di tende, medicinali, un magazzino di cibo, vestiti, documenti dei ragazzi.

Per tutto il giorno i blindati e centinaia di poliziotti hanno circondato i ragazzi sugli scogli, trattandoli come criminali e impedendo a chiunque, cittadini, associazioni, di portargli acqua e cibo.

Questo è stato il senso del post, il contesto: la rabbia e la frustrazione per ciò a cui avevamo dovuto assistere.

Dopodichè bisogna per forza parlare dei Balzi Rossi, per capire: spiegare come è nato quel campo e che cosa ha significato per centinaia di persone. Il presidio sugli scogli di fronte al confine era iniziato a metà giugno: i migranti che erano arrivati lì x passare la frontiera hanno trovato chiuso. Per protesta scesero sugli scogli e da lì si sono rifiutati di spostarsi. Mi ricordo che in quelle giornate faceva un caldo pazzesco, quindi assieme ad altri solidali siamo andati subito a prendere cestelli d’acqua e qualche ombrellone. Nei giorni seguenti abbiamo messo delle vele sugli scogli per l’ombra… e insomma, da lì è iniziata questa solidarietà pazzesca durata oltre tre mesi.

Non è che al campo ci fossero i no borders, al campo c’erano persone: i volontari, le associazioni, gli attivisti, gli avvocati, i medici… c’era proprio una realtà… c’era un pezzo di umanità! Per tutta la durata dei Balzi Rossi c’è stato un flusso ininterrotto di gente che portava qualsiasi cosa di cui ci fosse bisogno: per mesi si è realizzata una solidarietà che, quel giorno, venne distrutta nell’arco di 12 ore di assedio.

Il senso di quella distruzione e di quelle ruspe?

Non c’è: non ci fu senso allora e non vedo nessun senso ancora oggi.

Attraverso il post incriminato hai voluto esprimere un’opinione: ritieni che il sindaco Ioculano sia in qualche modo responsabile di quello che accadde nell’estate del 2015 e degli eventi che seguirono?

Da mesi Ioculano era uno di quelli in prima fila per chiedere lo sgombero del campo.

Tirava ripetutamente fuori questa storia che lì c’erano i no borders… come se questo volesse dire qualcosa di particolarmente grave in sè. Una fissa che questi del PD hanno rispolverato ancora il primo di dicembre in televisione: mentre ero a processo a Imperia, Ioculano era infatti in onda sul La7 a “L’aria che tira”, occasione nella quale Vauro ha ricordato al sindaco le sue responsabilità per aver firmato il divieto di dare acqua e cibo ai migranti. Vauro ha parlato di ordinanze analoghe che vennero promulgate durante il nazismo contro gli ebrei, e Ioculano, per tutta risposta, ha fatto spostare il discorso dicendo che quella era una situazione particolare e che ai Balzi Rossi, comunque, vi erano più ragazzi bianchi no borders, che migranti (Cosa peraltro non vera). Come dire che era quindi automaticamente un posto di gentaglia, tralasciando tutto l’immenso lavoro di solidarietà che invece si stava portando avanti.

E comunque l’ordinanza in questione è perdurata negli anni ben oltre l’esperienza dei Balzi Rossi, ed è rimasta in vigore in situazioni terribilmente peggiori. Questa è la sua idea di quella che è la solidarietà.

Ed è proprio il motivo per cui ho scelto di andare a processo invece che chiedergli scusa. Non solo ha continuato a difendere un’ordinanza che affama la gente, ma, nei mesi, ha fatto sgomberare un nuovo campo solidale sorto nel 2016 sotto al ponte di Via Tenda; e poi ha lasciato che venisse chiusa anche l’esperienza di accoglienza all’interno della chiesa delle Gianchette; e ha proseguito su quella strada lì, mi pare, viste anche le affermazioni del signor sindaco nel consiglio comunale del Novembre scorso.

Avrei potuto chiedergli scusa come ha fatto un’altra ventina di persone: c’erano altre denunce in ballo, che lui ha però ritirato in cambio di qualche centinaio di euro, di scuse scritte… non lo so nemmeno e non mi interessa: non ho nulla di cui scusarmi con Ioculano. Secondo me è il sindaco che dovrebbe piuttosto chiedere scusa ai migranti per quello che sta succedendo.

Altro che Balzi Rossi: basterebbe andare a vedere che cosa c’è adesso lungo il Roja!

Per il sindaco la soluzione di tutto sarebbe il campo di Croce Rossa (che comunque andranno a smantellare per una serie di accordi commerciali sull’area del ex parco ferroviario), a chilometri dalla stazione, in un posto isolato e lontano da qualsiasi servizio della città, su una strada così pericolosa che c’è da aver paura a percorrerla persino di giorno. Bisogna prendere atto di questa situazione e chiedersi come mai le persone lì non vogliano andare: avranno dei motivi se preferiscono restare sotto al ponte?

Perdipiù, con la chiusura dell’accoglienza alle Gianchette, si è perso anche l’unico posto un minimo tutelato per le donne e i minori. Oggi le ragazze, le giovani madri e i bambini vivono esposte ad abusi e sfruttamento di ogni tipo, senza nessuna tutela.

Come ti vivi questo processo? È un episodio che ti colpisce a livello personale ed individuale, ma è vero che il contesto in cui si inserisce ci racconta di molti pezzi, moltissime persone… Come ti fa sentire l’accusa di diffamazione aggravata? Se potessi tornare indietro, scriveresti di nuovo quel post?

Sinceramente? Me la vivo senza farmi troppi problemi. Nel senso che io ho scelto quella strada lì. L’ho scelta già nel 2015 e l’ho scelta coscientemente. E sì, assolutamente: visti gli eventi di quella giornata, ripeterei tutto nella stessa maniera.

Non ci sono santi su questa cosa: non sono i solidali il problema, non sono i migranti il problema.

Il problema è la frontiera.

Il problema è sempre stato il confine: lo era allora, lo è oggi e lo sarà finchè decideranno di sbarrare la strada alle persone.

Non si può scordare che Ventimiglia sia un posto di frontiera: se tu ne sei il sindaco, hai un paio di modi per provare a governare. Puoi organizzare un’accoglienza come si deve, o puoi far diventare un problema le persone stesse. Ma la seconda è una scelta priva di senso e strategia. Non fermi le persone, così come pure la solidarietà: la puoi stroncare ma solo fino a un certo punto.

Puoi mettere barriere e inventare mille leggi, ma l’essere umano mica si ferma!

Anzi guarda, secondo me Ioculano, denunciandomi, si è creato comunque un ulteriore boomerang: perchè il primo dicembre grazie al processo, mentre lui stava in televisione, a Imperia c’è stata comunque una dimostrazione di solidarietà nei confronti dei migranti. I giornali hanno parlato di nuovo della situazione delle persone bloccate a Ventimiglia, delle ordinanze del sindaco. Non so quanto a lui sia convenuto tutto ciò (scappa una risata).

Nelle tue intenzioni, il processo è quindi un’occasione per riaccendere una luce sulle dinamiche e sugli eventi che si stanno verificando in frontiera e a causa di questa: pensi che sia valido utilizzare lo spazio dei processi e le conseguenze della repressione a questo scopo?

Certamente: secondo me i processi ai solidali dovrebbero essere utilizzati proprio per questo.

La mia volontà è stata proprio quella di far parlare di nuovo di Ventimiglia, della situazione che c’è e della frontiera. Poi non è che io abbia fatto chissà che cosa in tutta questa vicenda: ho solo scritto un post di rabbia e di getto, dopo una giornata terribile. Perchè è stato davvero feroce veder distruggere tutto quello che centinaia di solidali hanno portato al campo per mesi.

Mi ricordo bene quel periodo: andavo tutte le volte che potevo, ai Balzi Rossi, assieme a tantissimi altri, per portare solidarietà. E noi quella roba la sistemavamo, la mettevamo in ordine… hanno distrutto l’impegno e la cura di mesi ! Nemmeno hanno salvato le tende per darle ad esempio ai terremotati. Voglio dire: erano risorse, soldi, fatica, generosità. Le hanno prese con la ruspa e le hanno tirate nei cassoni dell’immondizia, buttando via tonnellate di materiale arrivato dai solidali di tutta Europa. Come ho già detto, ai Balzi Rossi c’era tutto il necessario per una vita dignitosa, inoltre si facevano corsi di lingue, corsi di nuoto, di geografia… Un’accoglienza e una condivisione vere, totali. Tanti migranti lì hanno trovato una sorta di famiglia, incontrando ragazzi come loro, persone come loro, amici che a costo zero per il comune facevano un lavoro immenso.

Un lavoro che comunque l’amministrazione non è evidentemente in grado di sopperire e gestire, considerando come si sono poi evolute le cose sul territorio. Uno sgombero crudele e persino dannoso, che non ha affatto migliorato la situazione.

Ma infondo, basta pensare che Ioculano è un sindaco del PD, lo stesso PD di Minniti e degli accordi con la Libia: detto questo è detto tutto!

Si sente tanto parlare di questo fantomatico decoro: ma il decoro come lo crei? Lo crei facendo accoglienza vera. Costruendo dignità e attenzione. In questo modo invece che migliorare le cose, stai creando davvero un’emergenza! Con oltre duecento persone sotto al ponte, come fai a non ammettere che si stia sbagliando qualcosa?

Io capisco i ventimigliesi, davvero: capisco che ritengano questa situazione un problema, anzitutto per loro stessi. Ma chi ha creato tutto questo? Chi ha fatto saltare tutti i tentativi di dare uno spazio decente alle persone in attesa di passare la frontiera?

Credo che il sindaco abbia perso più di un’occasione in questi tre anni: avrebbe potuto scegliere di coordinarsi con i solidali per gestire spazi di accoglienza al transito, invece che sopprimere tutte le forme di solidarietà.

Il 9 Febbraio Ioculano dovrebbe essere in aula…

Sì esatto. Presumo che venerdì ci sarà anche il sindaco in tribunale. Il primo dicembre 2017 , quando il suo avvocato ha detto: “il sindaco non c’è, è a Roma” pensavamo fosse impegnato in qualche faccenda politica. Invece era a L’Aria che tira su La7, contro Vauro tra l’altro, per cui non gli è nemmeno andata tanto bene: gli è girata male l’aria un po’ dappertutto insomma, da Ventimiglia a Roma! (sorriso divertito)

Venerdì a Imperia farà un po’ la parte della vittima, immagino, ne approfitterà per fare campagna elettorale. Non lo so che cosa dirà, ma lui è un politico e io no: metterà le cose dialetticamente molto bene, penso. Anche se alla fine sono anni che si lamenta ma trova tempo da perdere con la sottoscritta.

Hai ricevuto, da parte degli altri attivisti, dei volontari e dei solidali, un appoggio in questo percorso processuale?

Sì assolutamente! C’è stata molta solidarietà, l’ho sentita forte. Mi fermano persino per strada e nei negozi mentre faccio la spesa e mi dicono: “Brava! Resisti!”. E parlo di gente qualunque, conoscenti, persone lontane dalla realtà di Ventimiglia. Anche la mia famiglia è stata assolutamente comprensiva: sanno quello che faccio e quello in cui credo, sanno del mio impegno nella solidarietà. Anche se all’inizio ho fatto fatica a spiegare a mia figlia che andavo a processo per un post di quel tipo lì, lei l’ha capito in un secondo. Nessuno mi ha detto: “hai sbagliato”, perchè tutti sanno l’impegno e la fatica che metto nel dare una mano a queste persone.

Non ho avuto problemi nemmeno rispetto ai media, devo dire. La questione del mio post ha avuto una risonanza notevole, ed i giornali hanno pubblicato il comunicato scritto in mio supporto. Si è piuttosto parlato molto del contesto, della situazione che c’è Ventimiglia, e questo mi rincuora.

Come pensi di organizzarti rispetto alla richiesta del sindaco di ricevere delle scuse e una forma di risarcimento economico per il famigerato insulto?

Ahahah!!! bella sta domanda, mi piace guarda!!! Non gli ho chiesto scusa in tre anni, gliela chiedo ora dopo aver fatto venire gli avvocati da Torino? Mi vedo già la faccia degli avvocati se facessi una cosa del genere… ahahaha! No ragazzi, eh no, io non devo chiedere scusa a nessuno.

Anche in questo passaggio Ioculano ha dimostrato di avere veramente poco buongusto: fai il sindaco, sgomberi un presidio di solidarietà che era pure efficace nell’accogliere in modo dignitoso queste persone, lasci distruggere tutto quello che c’è… e poi la sera ti metti a leggere i post su Facebook ?! che cosa ti aspettavi di trovare, in risposta, da chi in quel campo c’era dentro da mesi e ci investiva tempo, energie, cura? Cosa ti aspettavi da chi conosceva quelle persone, quei ragazzi sugli scogli che hanno resistito un’intera giornata senza poter bere né mangiare? Hanno buttato via cose che nemmeno gli appartenevano, perchè quelle tonnellate di materiale raccolto erano cose dei migranti e dei solidali che le avevano portate.

Quindi, voglio dire: io vado a processo tranquilla e risoluta. Come ci sono andata l’uno: con mia figlia e con i solidali.

Ma chiedere scusa… andiamo…

Facciamo un passo avanti rispetto ai Balzi Rossi: durante quello sgombero ci fu una risposta mediatica di livello internazionale; due anni dopo quell’evento, veniva posta fine anche all’esperienza di accoglienza delle Gianchette, con la chiusura della chiesa dove sei stata volontaria. Come hai vissuto, rispetto al 2015, questo ulteriore passaggio?

La chiusura delle Gianchette rientra nel “cambiamento climatico” che c’è stato a Ventimiglia. L’esperienza della chiesa si è conclusa nella quasi assoluta indifferenza: una mattina sono arrivati dei pullman, hanno detto alla gente di prendere le loro cose e hanno portato via le persone. C’erano le volontarie che per mesi hanno aiutato in chiesa in lacrime, davanti a quella scena. Credo che questa repressione della solidarietà -le multe, i processi, i fogli di via, gli avvisi di pericolosità- stia effettivamente funzionando, ma al contrario rispetto al buonsenso: perchè funziona facendo dei danni enormi!

Per il resto non si sono ottenuti risultati su niente con questo accanimento. Ed è paradossale che la politica che hanno deciso di portare avanti non abbia giovato nemmeno all’immagine pubblica del sindaco.

Ma è ovvio: la repressione non risolve mai nulla. Lo dimostrano i fatti: dalla Val Susa a tutte le realtà sociali che resistono contro forme di repressione sempre più accanita . Alla fine, come dicono i No Tav: “non si può fermare il vento. Si può solo farlo rallentare.”

Hanno creato tanti problemi a me e a molti altri solidali, anche a livello economico, perchè comunque queste cose costano in termini di tempo, di energie, di risorse. Hanno dato 60 fogli di via da Ventimiglia e non solo….SESSANTA! per che cosa?

Perchè ci sono persone solidali con altre persone che vivono per strada, non certo per scelta ma perchè costrette dalla situazione? E poi? Che cosa vorrebbero concludere così?Quante energie usate nel modo sbagliato!

Insomma, Ioculano ha scelto di gestire la situazione con sgomberi, ordinanze, polizie, repressione: può anche cercare di fare il sindaco buono che ha lavorato al meglio per la situazione migranti a Ventimiglia. Però questa favola può raccontarla altrove: forse a Roma, forse in televisione appunto. Non può raccontarla a chi c’è in quel posto, a chi conosce Ventimiglia e la sua storia dal 2015.

Perchè poi, alla fine, che cosa ha ottenuto? Chi è contento dell’operato del sindaco? Cosa saranno le prossime elezioni? A chi daremo in mano Ventimiglia, grazie a questa politica di intolleranza e a quello che ha creato? Ioculano avrebbe potuto scrivere un’altra storia, trovare il coraggio di fare la differenza rispetto all’abbrutimento generale che si respira in tutta Italia.

 C’è una traccia di sconforto in queste riflessioni.. Come vedi la situazione rispetto al perdurare della chiusura della frontiera?

C’è tanta tristezza, certo. Per come le cose sarebbero potute andare, per come stanno andando…e soprattutto per come andranno in futuro. È per questo che mi sta a cuore che si approfitti del processo per parlare di quello che sta succedendo ora: è un disastro la situazione a Ventimiglia. Quando ho detto ai giornalisti: “andate a parlare coi ragazzi sotto al ponte”, mi è venuto spontaneo dal cuore, non mi ero preparata quella frase.

Di questo bisogna parlare: non della mezza giornata che io passo là sotto cercando di rendermi utile; non del processo; non di quanto si sia offeso Ioculano per un post su Facebook; ma di quelle donne, di quegli uomini, di quei bambini intrappolati a Ventimiglia, delle conseguenze della chiusura dei confini e delle discriminazioni basate sul colore della pelle.

È solo questo quello che voglio: che si parli di loro.

E spero sinceramente che, insistendo tutti assieme, associazioni, Chiesa, chi ti pare insomma, si riesca a far riaprire uno spazio di prima accoglienza per la gente in viaggio, un posto idoneo specialmente per le donne i minorenni, alternativo alla Croce Rossa e che ne superi gli evidenti limiti. Solo un cambiamento in questo senso sarebbe un alleggerimento anche della mia situazione: poter tirare un respiro di sollievo, dopo tutte queste vicende inquietanti.

Diversamente, questo processo non mi cambierà proprio nulla: finito in tribunale tornerò a casa mia… e quelle persone resteranno lungo la strada…

Grazie Rosella, c’è altro che vorresti aggiungere?

Vorrei raccontare tre episodi che ritengo significativi rispetto al clima che si respira in frontiera.

Il primo risale all’estate scorsa: a Ventimiglia si stava lavorando per aprire un centro di accoglienza per venti minori non accompagnati e richiedenti asilo. Quando la notizia si è diffusa, c’è stata una manifestazione di protesta, autorizzata e partecipata da una cinquantina scarsa di persone. Un corteo brutto e davvero preoccupante, in cui hanno messo in testa proprio dei bambini a tenere uno striscione contro altri bambini. È bastato questo perchè l’amministrazione ritirasse tutto in fretta e furia: il centro che sarebbe dovuto sorgere nei pressi del Borgo (ai piedi della zona storica di Ventimiglia, ndr) non è più stato aperto.

Il secondo episodio, sempre sulla stessa scia, riguarda l’ultima manifestazione ventimigliese dei comitati di quartiere. La gente è partita dalla piazza davanti al cimitero ed ha sfilato per tutta via Tenda proprio davanti ai migranti: gli hanno urlato di tutto. Digos davanti, digos dietro, digos nel mezzo, digos di lato, percarità! E questi dei comitati che intanto gridavano qualsiasi improperio.

Quando sono arrivati davanti al legal ponit (l’info e legal point Eufemia, aperto in Via Tenda nella primavera 2017, dall’associazione volontaria Iris, ndr), i manifestanti si sono fermati lì e ci sono stati quanto hanno voluto, mentre noi eravamo dentro con le persone di colore che stavano ricaricando i loro cellulari. Questi fuori hanno detto qualunque cosa, e li hanno lasciati stare lì a provocare per tutto il tempo, ci sono anche i filmati. Dopodichè il corteo è arrivato alla rotonda e hanno bloccato mezza Ventimiglia. E le autorità hanno dato il permesso per una manifestazione del genere, sfilata apposta davanti a tutte le persone che vivono dal ponte, con slogan pieni di intolleranza e pregiudizi. Mi chiedo: quando mai avrebbero dato il permesso di manifestare davanti a uno dei tanti punti delle ultradestre che stanno aprendo? Vedi un po’ che è successo quando c’è stato il chiosco di Casa Pound a Ventimiglia. Contro di noi, invece, hanno potuto tirare insulti come meglio credevano e nessuno è intervenuto nonostante il dispiegamento di polizia.

Vorrei raccontare un’ultima cosa per completare il quadro sul clima che si sta diffondendo in Italia, non solo a Ventimiglia. Su un sito di informazione era riportato l’episodio del poliziotto che, nella stazione di Ventimiglia, se la prende con un ragazzo di colore e gli urla di tornarsene in Burundi. Nei commenti ho espresso la mia preoccupazione rispetto a certi atteggiamenti tenuti dalle forze dell’ordine, e mi sono augurata che il poliziotto in questione fosse stato quantomeno sospeso. Le risposte che mi sono arrivate… di tutto! Di tutto!

Un tipo mi ha scritto: “Rosella Dominici sei una troia, muori presto!”, riferendosi al mio impegno su Ventimiglia. E più sotto ancora: “è per colpa delle buoniste come te che questo paese va a puttane”! Con il mio nome e cognome… questo è stato il peggiore, ma è arrivata una valanga di insulti solo per aver commentato un video in modo assolutamente civile.

Questa è Ventimiglia oggi.

Questo è quello che hanno costruito l’amministrazione cittadina, le autorità e le istituzioni tutte.

Owl