Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intenso contributo, ricevuto da un camminatore solidale che ha percorso i sentieri montani che dalla Liguria portano in Francia. La montagna è meraviglia, sfida, impegno per chi può camminarla liberamente. Ma mostra un altro volto quando ad attraversarla è chi deve conquistarsi la libertà rischiando la vita. Una linea di confine che non si può e non si deve dimenticare. Sfidarla è possibile, come raccontato da questo testo, rifiutando di considerare la libertà un privilegio. Accettando di rischiare la propria, per conquistare insieme l’unica libertà che valga la pena sognare.

Foto di Francesca Ricciardi

Un sacco a pelo blu arrotolato a spirale. Erba gialla tutt’intorno, le pietre grigie del sentiero. Dietro quel sacco a pelo ci sono mille immagini. Mille storie. Basta uno sguardo e ti entrano dentro. Chi l’ha usato, perché. Da dove veniva. L’odore denso di marcio e sudore. L’erba gialla, così gialla in questa giornata di sole. Ma è un attimo. Basta chiudere gli occhi per sentire in bocca il sapore della sua paura. La tensione che sale e un cielo stellato.

Stellato senza luna. Piedi che scivolano sulla terra e un silenzio assoluto. Arrivare di là l’unico obiettivo. Un focus che non riesce ad alleviare una dolce brezza notturna e gli sguardi del suo compagno. Tra le pupille una sola domanda. Ce la faremo? Il termine di un viaggio che termine non è.

E’ solo all’inizio.

Un inizio di frustrazione, di tempi prolungati, di attese infinite. Meno pericoloso del resto del viaggio, di sicuro, ma più subdolo. Più sfiancante. Il cielo stellato senza luna. Non è poi così difficile morire in questa seconda parte di viaggio. Basta il buio. Bastano migliaia di stelle e una scarpata. Sessanta metri di parete verticale. Roccia bianca illuminata dai riflessi della notte. Basta la deviazione sul sentiero sbagliato.

Bastano quelle luci, laggiù. Mentone la parte di un sogno. Eppure è giorno. C’è il sole e tu quella linea la attraversi quante volte vuoi.

Avanti e indietro. Francia Italia e poi ancora Francia. Incontri uomini in divisa da entrambe i lati e il più che fanno è guardarti.

Foto di redazione

Male, può essere, ma solo ti guardano. Qual è la differenza. Il colore. E’ stagione di caccia. Fortini costruiti con i rami. Uomini in mimetica spuntano dal nulla e abbattono stormi di uccelli. Fucilate, scoppi, sflappio di ali e pallini che ti rotolano accanto alle scarpe.

Sopra il saccopelo blu rimbalzando tra le pietre. Non è notte.

E’ giorno e qui tra le montagne di Ventimiglia- Mentone sembra un giorno qualunque. Tra passeggiate della domenica e cacciatori che giocano ai militari tanto per fare sport. Qui non è mai un giorno qualunque.

Cento, mille, diecimila passi su questi sentieri. Sulla terra nuda, sull’erba tra i rovi e i rampicanti. Per la vita, per un sogno per la libertà personale. Senz’acqua senza vestiti adatti, senza aver mangiato e a volte senza scarpe. Perché questo confine è niente. Questo confine non esiste.

Foto di redazione

E’ una linea immaginaria tracciata da menti perverse sulla roccia e sull’erba. Quello che esiste sono soltanto i passi, i piedi. Uno dopo l’altro. Avanti più in su. Oltre il confine, oltre i rami, le pietre, la polvere. Quello che esiste è la montagna e la sua dura via di salvezza. Un passo dopo l’altro col fiato corto e le stelle sul capo.

Nulla può fermare il vento e c’è chi il vento lo aiuta. In un soffio di umanità e di speranza. Segui la stella. Segui il sole. Non ti prenderanno. Forse non lo sai. Siamo con te. Con i tuoi passi che solcano le montagne.

Testimonianza di Tepepa

Foto di redazione