COL FRATELLO IDY DIANE NEL CUORE! Anche Genova grida “No al RAZZISMO”!

 

Storie di ordinario razzismo.. ordinario e sempre più quotidiano, sempre più per mano non solo dello stato, cioè di chi si riempie la panza con la vita di tutti noi, o per mano di poliziotti, burattini dei governi che svolgono il loro lavoro di servi pestando, ammazzando ed imprigionando, salvo poi l’improvviso destarsi del pubblico scandalo se qualcuno gli urla forte e chiaro in faccia: “DOVETE MORIRE”.

Le mani sporche di sangue aumentano ogni giorno e sono quelle di cittadini qualunque: i fascisti si sentono più forti, gli si è lasciato spazio e questi stanno sguazzando nella merda che abbiamo lasciato accumulare, e le tentate stragi e gli omicidi continuano, sempre più difese, sempre più “scusate o capite”.

Più di una settimana fa ormai, un altro morto “ordinario”, un altro omicidio per mano razzista, un altro negro morto ammazzato.

IDY DIANE, senegalese, ucciso a Firenze da un italiano di 65 anni, Roberto Pirrone.

Si chiamava IDY DIANE, immigrato, regolare e faceva l’ambulante. Serve altro o possiamo dire che era SEMPLICEMENTE un UOMO?

Casualità, era sposato con la vedova di MODOU SAMB un altro senegalese ucciso sempre a Firenze il 13 dicembre 2011 insieme ad un paesano, DIOR MOR. Uccisi da Gianluca Casseri, un’altra mano fascista!

I giornali hanno provato come sempre a rivedere la storia: a Macerata problemi mentali, a Firenze “mancanza di coraggio nel suicidarsi”… e  quindi, scende in strada, salta  qualche donna bianca e te eccolo lì: spara a un negro.

UN UOMO!

Dopo l’omicidio molti ragazzi immigrati sono scesi nelle strade, hanno espresso la loro rabbia, hanno urlato, hanno attraversato luoghi e volti, hanno parlato e, per tutta risposta, i giornali, sostenuti dal coro dei cittadini per bene, il giorno dopo, parlavano delle fioriere rotte dal passaggio di questi giovani neri, sostenuti da quegli scansafatiche dei centri sociali… povere fiorere, troppa rabbia! È solo morto Idy, un venditore ambulante!

In diverse città sono stati fatti presidi e cortei in solidarietà alla rabbia di tutte queste persone, attraversati da gente bianca e nera, a cui ancora batte un cuore, che ancora non si è lasciata annichilire dalle ordinarie schifezze quotidiane.

“Nessuno di noi accetterà mai questa ordinaria brutale realtà!”.

Così decidiamo di riportare uno di questi pezzi di umanità che resiste e irrompe sulla scena decisa a non lasciarsi soggiogare.

Raccontiamo una delle manifestazioni contro il razzismo che ha ucciso IDY DIANE, raccontiamo alcune voci di queste strade attraversate,  fiamme di un fuoco che arde contro il gelo di un Paese sempre più cupo.

Genova – 10 marzo 2018

“SIAMO TUTTI/E ANTIRAZZISTI/E-SIAMO TUTTE/I ANTIFASCISTE/I”

Questi gli slogan che hanno attraversato i vicoli del centro storico, da via Pre a via del Campo per poi andare verso Piazza De Ferrari al grido di “SO-SO-SOLIDARITE’ AVEC LE SAN PAPIERS”. Le voci che intonavano questo grido di lotta sono state  voci di uomini e donne, bianche e nere, italiani e stranieri che hanno riempito le strade, trasformando spontaneamente il presidio indetto alla Commenda di Pré dalla comunità senegalese di Genova in un corteo. Il ricordo e la denucnia dell’assassinio di Idy  a Firenze e della tentata strage di Macerata hanno aperto il presidio, unendo la piazza con determinazione, nonostante la pioggia.

Alcuni giovani migranti nel frattempo hanno fatto uno striscione dove le parole scritte in italiano arabo e inglese urlano la voglia di riscatto e di uscire dal silenzio:

NO AL RAZZISMO” dietro a quelle morti c’è il ritorno dell’odio razziale, sostenuto e promosso da partiti di destra ed estrema destra, sovranisti e fascisti, dalla Lega a Forza Nuova, da Casa Pound a Lealtà e Azione. Proprio quest’ultima ha organizzato nello stesso pomeriggio la presentazione di un libro insieme all’organizzazione Memento nella propria sede, che doveva essere un magazzino di stockaggio di prodotti alimentari da distribuire alla popolazione bianca e che ora diventa “spazio politico”. Di questo dovranno rispondere i Padri Scolopi e tutta la comunità che si dichiara cattolica.

NO AL COLONIALISMO” dietro a quelle morti c’è un chiaro progetto coloniale che non essendo mai stato realmente né denunciato né riconosciuto continua indisturbato a mietere le sue vittime. Vittime che però oggi sono qua e che nella giornata di sabato hanno dato testimonianza di quello che i paesi neoliberalisti stanno facendo qui e nei loro paesi: sfruttamento, apartheid, disastri ecologici e ambientali, vendita di armi, consumo di risorse… LAGER IN LIBIA, UN GENOCIDIO NEL MEDITERRANEO.

Questi gli interventi passati di mano in mano, tra mani bianche e nere, attraverso megafono che è rimasto acceso per tutta la durata del presidio e durante il corteo. I ragazzi hanno dato voce al sentimento di rabbia e dolore che sentono sempre più forte, hanno dato voce alla sofferenza e all’odio che provoca il razzismo ogni giorno sulla loro pelle. Alcuni di loro parlavano di amore, fratellanza, sorellanza e bisogno di solidarietà, altri portavano più un desiderio di giustizia, non sentendo come parole proprie quelle sulla “violenza sbagliata, in cui non bisogna cadere”, sentendo invece la necessità di  rispondere all’odio che si riversa sui “diversi” sempre più frequentemente, sentendo che, in ogni caso, la violenza non è la nostra. Semmai la nostra è autodifesa e voglia di vivere in maniera degna. In quelle tre ore sono stati denunciati anche il decreto Minniti, il sistema di accoglienza, le morti per mano fascista e i partiti riconosciuti dalla democrazia che inneggiano all’odio, con il coltello in mano lasciati liberi di aprire sedi nella nostra città.

Molti dei ragazzi che hanno portato insieme i loro corpi fra i vicoli di Genova, determinati, più forti di tutti quegli sguardi di chi, dai negozi, li guardava stupito ed impaurito, avevano sul volto rabbia e dolore, sì,  ma anche gioia di essere lì, insieme, a testa alta.

Speriamo tutte e tutti che ci siano altre giornate come questa, altre voci forti, altri momenti di unione, altre strade piene di persone che non si faranno fermare da paura e repressione, dall’odio razzista e dall’indifferenza.

Quella di sabato è stata una giornata che ha dato speranza, che ha mostrato forza e determinazione nel reagire uniti, noi sfruttati, colonizzati, pronti a rivoltarci alla violenza fascista e razzista, a Genova, Firenze ed in altre città.

L’invito di fine corteo continua ad aleggiare per i vicoli della città vecchia:

“A presto nelle piazze! Per uscire dall’isolamento e contrastare i nostri nemici!”

A cura di Fight

[1] MeMento: E’ un’associazione che si occupa  della continuazione della memoria della Repubblica Sociale Italiana attraverso la pulizia e la tutela delle tombe dei repubblichini fucilatori dei loro connazionali e alleati dei nazisti. Inoltre è la diretta erede spirituale ed immobiliare della Unione Nazionale Comnbattenti della Repubblica Sociale Italiana UNCRSI.