Pubblichiamo un contributo, ricevuto ieri mattina, circa il “destino” dei 29 minori arrivati a Genova con la nave militare Fulgosi, il 2 giugno.

Pensiamo sia fondamentale farlo ora, nel mentre che la Sea Watch3 – dopo aver disegnato per 15 gg traiettorie impazzite di fronte a Lampedusa – nella giornata di mercoledì 26, ha deciso di forzare il blocco ed è entrata nel porto di Lampedusa. Ad ora mentre pubblichiamo l’imbarcazione è controllata da un dispositivo di “sicurezza” che ne impedisce lo sbarco di persone ridotte allo stremo delle forze e la capitana Carola Rackete viene accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e rifiuto di obbedienza a nave da guerra. Nel mentre che la Corte Europea per i diritti dell’uomo (CEDU) ha negato il ricorso. Nel mentre che una parte di società attiva ha passato parte della notte davanti alle Prefetture di tutta Italia. Nel mentre che alcuni lavoratori del porto di Genova scrivono un comunicato alla Sea Watch3 per rendersi disponibili ad aiutarla, nel caso in cui volesse puntare dritta verso il porto della nostra città.

Quale strategia si nasconde dietro la scelta del Ministro dell’Interno di far arrivare la Fulgosi a Genova il 2 giugno e negare l’approdo alla Sea Watch 3? Complimentandosi con la CEDU per la decisione di non accettare la richiesta di approdo?

Nei giorni precedenti alla festa della Repubblica, Genova ha mostrato di non avere più paura e la piazza del 23 maggio, contro l’autorizzazione al presidio di Casa Pound, l’ha dimostrato[1]. Il blocco della Bahri Yanbu, che trasportava armi destinate all’Arabia Saudita da usare contro il popolo yemenita, l’ha dimostrato[2]– “CHIUDIAMO I PORTI ALLE ARMI”. Il corteo del 6 aprile in risposta all’arrivo di Salvini – “CHIUDIAMO I PORTI AI RAZZISTI” – l’ha dimostrato.

Risulta così abbastanza chiaro come mai Salvini decide che Genova sarà la citta destinata ad accogliere i naufraghi della Fulgosi, salvati 4 giorni prima davanti alle coste libiche. Genova? Che dista non sappiamo quante miglia dalla Libia – 4 giorni di navigazione -, mentre la Sea Watch3, da 15 gg in mare di fronte all’isola di Lampedusa, ha ricevuto il divieto ad attraccare. Chi decide di lasciar vivere e far morire è abbastanza chiaro ormai. 

Ma torniamo ai 29 minorenni arrivati a Genova – Salvini dichiarerà:

«Sulla nave “la situazione” è positiva. Ci abbiamo lavorato giorno e notte in silenzio e a carico degli italiani non rimarrà neanche un immigrato, perché verranno ripartiti tra Paesi europei. Ringrazio i vescovi italiani per la disponibilità, non a parole ma nei fatti».

Il 28 giugno, cioè domani, il Ministro degli Interni arriverà a Genova per l’esplosione dell’ultimo pilone del Ponte Morandi, e due giorni fa tutti i minorenni sono stati “ridistribuiti” sul territorio nazionale. A noi nulla importa che Salvini non abbia prestato “onore” alla sua parola di ripartirli tra i paesi Europei.

Per noi è fondamentale lasciare il racconto nelle mani di chi ne ha vissuto la deportazione, con il suo coraggio e la sua rabbia che dev’essere il coraggio e la rabbia di tutti e tutte.

 

Che fine hanno fatto i minori sbarcati il 2 giugno?

Politiche nazionali e locali sulla non tutela dei minorenni

 

Il giorno 02.06.2019 sono sbarcati 29 minori stranieri non accompagnati dalla nave della marina militare Cigala Fulgosi e sono stati inseriti presso diverse strutture accreditate nel Comune di Genova, alcune delle quali aderenti al progetto sprar/siproimi, cioè a quel progetto espressamente dedicato all’accoglienza e integrazione dei minori.

Ad un primo esame i minori sbarcati (degli adulti non saprei dire, tanto velocemente sono stati trasferiti in Lazio) erano piuttosto lontani dall’immagine dei migranti ben tenuti e telefonomuniti della propaganda usuale. Molti di loro non avevano idea di dove fossero e, una volta giunti alle strutture di destinazione, chiedevano l’ora, avendo evidentemente perso la cognizione del tempo. Alcuni di loro, almeno quelli che ricordavano un numero di telefono, hanno potuto contattare la famiglia dagli uffici delle comunità: Maman! C’est moi, je suis en vie. Je suis en Italie!

Le immediate prese di posizione da parte dell’amministrazione comunale sono state quantomeno ambigue: dapprima il consigliere Gambino e la speranza da lui espressa che dei migranti sbarcati non ne rimanesse in città nemmeno uno; le proteste dei rappresentati del Partito Democratico cittadino; le dichiarazioni del sindaco Bucci a Telenord che almeno i minori sarebbero rimasti nelle strutture genovesi[3]. Sopra tutte le parole e le opinioni sempre presente la promessa del ministro dell’Interno: nessuno dei migranti (quindi nemmeno i minori?) avrebbe gravato sui contribuenti genovesi (e in che modo, del resto, visto che le rette per i minori stranieri non accompagnati inseriti presso una struttura sprar provengono per l’85,71% dai fondi messi a disposizione dal Servizio Centrale di Roma?).

Gli operatori delle strutture che hanno accolto i minori sbarcati dalla nave Cigala Fulgosi si sono accorti ben presto che qualcosa non andava nel meccanismo, per altro già da anni collaudato, dell’accoglienza. Le strutture sprar non hanno potuto segnalare al Servizio Centrale la presenza dei minori al loro interno; il servizio sociale del Comune non ha potuto operare alcuna presa in carico; le tutele decretate dal Tribunale dei Minorenni di Genova erano in carico alla Direzione Politiche Sociali e all’Assessora Francesca Fassio; le deleghe necessarie ai responsabili delle strutture per avviare le necessarie pratiche amministrative in favore dei minorenni non sono state concesse.

Proprio i decreti di tutela emessi dal tribunale a una settimana dallo sbarco dei minori recano traccia di una esplicita “comunicazione del Ministero dell’Interno – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, dalla quale risulta che a breve il minore verrà trasferito in struttura sita in diverso distretto del territorio nazionale”. Di questa comunicazione, tuttavia, non è dato prenderne visione diretta.

Il giorno 24 giugno le strutture coinvolte hanno ricevuto comunicazione dell’imminente trasferimento di tutti i minori sbarcati il 2 giugno, previsto per il giorno 25. Solo due minori molto piccoli e due ragazze in stato interessante non sono stati coinvolti dal trasferimento.

E così il 25 giugno i minori della nave Cigala Fulgosi, dopo essere stati raccolti al largo di Lampedusa, aver visto l’Italia via mare da sud a nord nella sua interezza, aver iniziato un timido approccio al territorio, aver condiviso un mese di vita in compagnia di altri ragazzi, sono stati fatti salire con minimo preavviso (ma tanto che cambia loro?) su pulmini e trasferiti in altre città italiane, potendo godere dell’indubbio privilegio di conoscere l’Italia anche lungo le sue autostrade.Diversamente da quanto dichiarato a caldo dal Sindaco Bucci, cioè che i minorenni sarebbero stati accolti nelle strutture genovesi preposte, il loro mese di permanenza nella nostra città è stato più simile ad un parcheggio che ad un’accoglienza strutturata.

Ma a questo punto, che la storia è finita, qualche domanda resta: perché se il Comune di Genova aveva 14 posti sprar (e quindi non direttamente a carico del contribuente genovese) liberi almeno 14 dei minori sbarcati il 2 giugno non sono rimasti in città? C’è qualcosa che non va nel modo di lavorare di professionisti che da anni si dedicano all’integrazione dei minori stranieri a Genova? Oppure la posta in gioco era soltanto politica, appesa alle parole del ministro dell’Interno che, per qualche motivo sicuramente slegato dal principio del maggior benessere del minore, prometteva di dare alla città soltanto il disturbo delle operazioni in calata Bettolo e niente più? Nel qual caso vorrei dichiarare che mi disturba assai più essere un professionista dell’educazione e dell’integrazione e rispondere supinamente alla richiesta di spostare minorenni come fossero cose. Ancora un volta abbiamo perso in Italia l’occasione di trattare gli esseri umani come fini e non come mezzi.

Buon viaggio, allora, ragazzi. Una nave vi ha fatto vedere in lungo in largo le coste di questo Bel Paese abitato da gente discutibile. Ora rifarete più o meno a ritroso lo stesso viaggio lungo le autostrade dell’estate.

[1]https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/23/genova-antifascisti-contro-il-presidio-di-casapound-tre-feriti-e-due-fermati-negli-scontri-con-la-polizia/5202761/

[2]https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/20/genova-lo-sciopero-dei-portuali-blocca-la-nave-saudita-carica-di-armi-da-qui-non-ripartono-fumogeni-contro-il-cargo/5192421/

[3]https://telenord.it/nave-migranti-a-genova-accolti-32-minori-non-accompagnati-bucci-polemiche-strumentali/