Condividiamo tre contributi rispetto alla situazione processuale per la morte di Moussa Balde, avvenuta nel cpr di Torino nella notte tra il 22 e il 23 maggio 2021, in cui l’ex direttrice e l’ex medico del cpr risultano imputati per omicidio colposo.
Il primo contributo è un documento audio, andato in onda alcuni mesi fa su alcune radio indipendenti, in cui si riassume la storia di Moussa e delle ingiustizie che ha subito fino a restarne ucciso. Il secondo si tratta di una chiamata per raccogliere i fondi necessari per le spese di viaggio per permettere alla famiglia Balde di essere presente alla prima udienza del processo a Torino, il 12 febbraio 2025. Il terzo testo è una lettera della sorella di Moussa, Aissatou Balde.
Per un quadro più completo delle vicende che hanno portato il giovane guineano a togliersi la vita, prima picchiato a Ventimiglia e poi rinchiuso nel cpr torinese, rimandiamo ai precedenti articoli pubblicati su questo sito:
https://parolesulconfine.com/contro-il-razzismo-e-i-cpr-per-moussa-balde/
https://parolesulconfine.com/moussa-balde-e-morto-di-razzismo/
https://parolesulconfine.com/moussa-balde-e-la-sua-famiglia-non-sono-soli/
Contributo audio sulla vicenda di Moussa:
Testo pubblicato sulla piattaforma Papayoux_solidaritè per una campagna di crowdfunding a sostegno della famiglia Balde:
AIUTIAMO LA FAMIGLIA BALDE A PARTECIPARE AL PROCESSO DEL 12.02 E AD UNIRSI ALLA LOTTA CONTRO I CPR
Stiamo raccogliendo fondi per permettere alla sorella, al fratello e alla madre di Moussa Balde di essere presenti alla prima udienza del processo per omicidio colposo contro due dipendenti del centro per rimpatri di Torino in cui Moussa ha trovato la morte. L’udienza si terrà a Torino il 12 febbraio.
I familiari sono rappresentati dai legali Gianluca Vitale e Laura Martinelli.
I fondi servono per pagare le spese di viaggio dalla Guinea e i costosissimi visti per l’Italia, oltre alle spese di soggiorno.
Durante il loro periodo in Italia i familiari vorrebbero intervenire attivamente in diversi eventi di contestazione ai CPR presenti in Pemonte e in Liguria.
CHI ERA MOUSSA BALDE?
Lui è stato un amico e un compagno, morto nella notte tra il 22 e il 23 maggio 2021 dopo di 10 giorni passati in una cella dell’area d’isolamento, denominata Ospedaletto, del CPR di Torino. Il 9 maggio era stato picchiato a Ventimiglia da tre italiani e dopo un breve ricovero in ospedale è stato subito richiuso nel centro di detenzione, ignorando le sue gravi condizioni fisiche e psicologiche in conseguenza del pestaggio. Moussa, originario della Guinea, è stato detenuto in quanto persona non-europea e irregolare sul territorio, e per questo è morto rinchiuso in una cella. La morte di Moussa non è stata nè “fatalità” nè il frutto di una catena di inadempienze, ma la conseguenza del razzismo strutturale del sistema in cui viviamo.
Per leggere di piu sui processi e la sua storia, si puo visitare questo blog (in Italiano) alla categoria “Moussa Balde” https://parolesulconfine.com/ > Moussa Balde
ORA
Il 12 Febbraio a Torino, si terrà l’udienza preliminare del procedimento per omicidio colposo a carico della ex direttrice del CPR e del medico direttore sanitario della struttura all’epoca della morte di Moussa Balde.
Nel febbraio 2023, la CPR in corso Brunelleschi è andato a fuoco ed è rimasto chiuso fino ad ora. Eppure sta per riaprire.
Tra giugno 2019 e dicembre 2022, dieci persone hanno perso la vita mentre erano tenute in detenzione amministrativa. All’inizio di febbraio 2024, il giovane Ousmane Sylla, che si rivela essere un vicino e amico della famiglia Balde, si è suicidato nel CPR di Roma.
La presenza della famiglia è essenziale non solo per questa procedura legale contro questa particolare struttura, è anche importante per dare forza a un movimento largo contro l’apertura di una di queste prigioni in Liguria (come a Diano Marina) e in ogni regione italiana.
CONTRO LA RIAPERTURA DEL CPR DI TORINO, DOVE MOUSSA BALDE E’ MORTO
CONTRO I CPR
PER LA LIBERTA DI MOVIMENTO
GIUSTIZIA PER MOUSSA
Lettera della sorella di Moussa:
Ciao a tutti. Mi chiamo Balde Aissatou, sorella maggiore di Moussa Balde. Oggi sono qui per parlarvi di mio fratello minore Moussa Balde.
Quando era molto giovane, Moussa aveva una sola ambizione: lavorare sodo per mantenere la sua famiglia fuori dalla povertà, soprattutto nostra madre. Quando era un giovane studente, ogni volta che sua madre si alzava alle 5 del mattino per andare al mercato, lui si alzava per accompagnarla al mercato e aiutarla nel lavoro al ristorante. Da lì partiva per andare a scuola. Così un giorno, mentre discutevamo in famiglia, ci ha detto: “dopo le elezioni del 2015 ho intenzione di lasciare questo paese e andare in Europa, anche se dovrò attraversare il mare. Forse lì riuscirò a guadagnarmi da vivere meglio che qui”. Ma data la sua giovane età, gli abbiamo detto di non rischiare la vita per l’Europa.
Ma lui non ci ha ascoltato e nel 2016 ha deciso di lasciare il paese, senza mai dire a nessuno del suo viaggio. Eravamo molto preoccupati e ci chiedevamo dove potesse essere. Quando abbiamo contattato i suoi amici, ci hanno detto che Moussa si trovava a Bamako, in Mali, e da lì aveva attraversato il deserto per raggiungere l’Algeria. Da aprile 2016 a settembre 2016 è riuscito a cavarsela lavorando come manovale in aziende edili, gtrazie al sostegno del fratello maggiore, Thierno Hamidou, che studiava lì.
Durante questo periodo la sua famiglia ha fatto di tutto per convincerlo a tornare in Guinea, perchè noi, la sua famiglia, non avevamo mai appoggiato il suo progetto di attraversare la Libia per raggiungere l’Italia, ma lui era determinato a farlo. Quando ho cercato di convincerlo a tornare, mi ha detto: “Diadia (sorella maggiore), prega per me. So cosa sto facendo, è l’unico modo per aiutare la mia famiglia, soprattutto mia madre. Non faccio nulla senza rifletterci, quando arriverò a destinazione, visto che ho memorizzato il tuo numero, ti contatterò. Auguratemi buona fortuna e soprattutto non parlarne con mia madre, in modo che non si preoccupi, perchè il suo stato di salute non permette troppo stress”.
Quando è arrivato in Italia mi ha contattato. All’inizio tutto andava bene, comunicava bene con noi nonostante avesse qualche difficoltà in quanto immigrato senza documenti. Infine, con l’avvicinarsi della sua aggressione a Ventimiglia, abbiamo avuto difficoltà a tenerci in contatto con lui e quindi abbiamo cercato di aumentare i contatti con i suoi amici in Italia e in Francia per avere sue notizie. Il 23 maggio 2021 uno dei suoi amici ci ha contattato per informarci che nostro fratello Moussa Balde era morto in un centro di detenzione a Torino nella notte tra il 22 e il 23 maggio 2021.
Grazie a voi per aver dedicato tempo ad ascoltare una parte della sotria di Moussa.
Che la sua anima riposi in pace.