Manifestazione in memoria di Moussa Balde. Contro frontiere, razzismo e violenza istituzionale.

Riceviamo e Pubblichiamo la chiamata alla manifestazione di domenica 21 maggio promossa dal Centro sociale La Talpa e L’orologio – Imperia, Progetto 20k – Ventimiglia. 

A seguire pubblichiamo il Report dall’assemblea contro frontiere, razzismo e violenza istituzionale del 30 aprile 2023

 

Manifestazione in memoria di Moussa Balde. Contro frontiere, razzismo e violenza istituzionale.Ventimiglia, domenica 21 maggio 2023 concentramento ore 11 piazzale della stazione

Moussa Balde muore nella notte tra il 22 e il 23 maggio 2021 in una cella dell’area d’isolamento, denominata Ospedaletto, del CPR di Torino. Il 9 maggio era stato pestato a Ventimiglia da tre italiani e dopo essere stato in ospedale venne richiuso nel centro di detenzione, ignorando le sue gravi condizioni fisiche e psicologiche. Moussa, originario della Guinea, è stato detenuto in quanto persona non-europea e irregolare sul territorio, e per questo è morto nel chiuso di una cella. La morte di Moussa non è stata nè “fatalità” nè il frutto di una catena di inadempienze, ma la conseguenza del razzismo strutturale del sistema in cui viviamo.

A due anni di distanza la situazione a Ventimiglia è, per quanto insopportabile ammetterlo, peggiorata ulteriormente. Dopo quasi otto anni di chiusura della frontiera da parte del governo francese, che ha causato la morte diretta di almeno 42 persone e devastato la vita di altre migliaia, la violenza che subiscono le persone in transito continua ad aumentare. Solo negli ultimi due mesi è stata approvata un’ordinanza “antidegrado” che colpisce gli insediamenti informali e le persone che abitano questi luoghi, che va ad aggiungersi ad operazioni di polizia tanto scenografiche quanto violente per chi già è costretto a vivere in condizioni di estrema marginalità.

Nei primi mesi dell’anno sono più di quarantamila le persone che sono sbarcate sulle coste italiane, a dimostrare l’assoluta insostenibilità e insensatezza delle politiche di respingimento in mare volute dal governo Meloni. In questi ultimi giorni, con l’approvazione alla Camera, il cosiddetto Decreto Cutro è diventato legge e questo determinerà un ulteriore peggioramento nelle condizioni di vita e accesso ai diritti per richiedenti asilo e altra forma di protezione. Con la dichiarazione dello stato di emergenza, i finanziamenti contenuti nel PNRR e i nuovi dispositivi di questa legge infame che porta il nome di una strage, il governo Meloni e il suo ministro dell’interno Piantedosi puntano a creare un sistema detentivo di massa che calpesta le legittime aspirazioni di libertà delle persone migranti. Solo cosi’ puo’ essere interpretata la volontà di aprire un CPR in ogni regione e le trasformazioni in atto nel sistema di prima d’accoglienza.

In questo contesto lo stato francese continua a rinforzare il dispositivo di controllo e respingimento alla frontiera interna, riproducendo e dando forza alla violenza razzista e arbitraria delle forze di polizia francesi lungo tutta la linea di confine. A completare questo quadro ci sono poi gli accordi bilaterali che Italia e Francia continuano a siglare con i paesi sull’altra sponda del mediterraneo come Libia e Tunisia, rendendosi di fatto responsabili dell’aumento dei naufragi e dei respingimenti in mare ad opera di guardie costiere e border forces pagate con soldi europei.

Lo scenario per i prossimi mesi alla frontiera italofrancese, per quanto ancora pieno di incognite, non è quindi per nulla rassicurante e richiede l’attivazione di tutte le forze solidali. Non staremo a guardare il razzismo strutturale di questa europa distruggere vite umane senza far nulla! Per questo invitiamo collettivi, movimenti, organizzazioni e singol3 a scendere in piazza con noi per una manifestazione commemorativa, ma anche di rivendicazione, e che sia attraversabile da tutt3, con o senza documenti. Immaginiamo un momento che dia spazio a diverse prese di parola e invitiamo quindi tutt3 a portare le proprie testimonianze, denunce, pensieri e rivendicazioni riguardo cio’ che accade a Ventimiglia e altrove.

Per Moussa Balde e tutte le vittime della violenza razzista delle frontiere! Per la libertà di movimento per tutt3!
Contro frontiere, razzismo e violenza istituzionale!
Per l’abolizione e la chiusura di tutti i CPR!

Freedom, Hurrya, Libertà!

Centro sociale La Talpa e L’orologio – Imperia Progetto 20k – Ventimiglia

Report dall’assemblea contro frontiere, razzismo e violenza istituzionale

All’assemblea contro le frontiere, il razzismo e la violenza istituzionale convocata il 30 Aprile a Ventimiglia erano presenti una settantina di persone, con delegazioni della frontiera sud del Mediterraneo (Mem.med.) e dei diversi punti di passaggio sulla frontiera italo-francese (alta val di Susa e valle Stura), oltre che solidali del ponente ligure (Imperia, Sanremo e Ventimiglia) e delle grandi città più prossime al confine (Torino, Genova e Nizza). Le persone presenti hanno discusso ampiamente della situazione sui diversi punti della frontiera e ne è emersa una lettura e delle proposte che qui cerchiamo di riportare.

Dalla chiusura della frontiera nel 2015, mai la situazione sociale e umana delle persone migranti è stata così difficile, vulnerata dall’abbandono istituzionale, dalla repressione delle forze di polizia italiane e francesi e dalla violenza generata dalla marginalità a cui queste persone sono state condannate. In questo contesto anche la solidarietà attiva fatica a dare sostegno alle persone in transito ed è stato quindi ribadito con forza il bisogno di riprendere parola politicamente, stringere nuove alleanze e pensare nuove pratiche di fronte a quanto accade a Ventimiglia. Diventa inoltre urgente costruire una mobilitazione che ponga un argine a questa deriva, anche in vista di una stagione estiva che si annuncia drammatica.

Quali avvenimenti hanno segnato la città di frontiera negli ultimi mesi? Le decisioni prese all’interno del “Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”, su spinta del nuovo prefetto Valerio Massimo Romeo, sembrano essere una riproposizione della linea Meloni-Piantedosi nella città di confine. Senza considerare realmente i bisogni delle persone in transito (salvo i “punti di assistenza diffusa” sulla cui natura, ad oggi, poco è dato sapere), le autorità si sono concentrate unicamente sulla repressione. Una nuova ordinanza “anti-degrado”, firmata dal Commissario straordinario al comune di Ventimiglia Samuele De Lucia, individua le aree di via Tenda e della stazione come luoghi sensibili a cui applicare una giurisdizione “speciale”, e le persone migranti che vi gravitano come oggetto di dispositivi di allontanamento quali il Daspo urbano. Subito dopo l’emanazione di questi dispositivi è seguita una spettacolare operazione di polizia con il disgustoso nome “Pantografo”, a indicare quel pezzo delle locomotrici sotto cui diverse persone hanno trovato la morte per folgorazione, nascoste sul tetto dei treni diretti in Francia. Tale operazione è servita a comunicare come anche a Ventimiglia tutti i problemi sono legati al fenomeno del passeuraggio. In realtà sono state arrestate una decina di persone accusate di essere passeur di piccolo taglio senza alcuna organizzazione alle spalle. Non sono poi mancati nelle ultime settimane interventi vessatori sulle persone in transito, con ordini di allontanamento e micro-sgomberi mirati degli insediamenti informali maggiormente visibili, come ad esempio davanti alla chiesa delle Gianchette.

Sul lato francese intanto il governo Macron, in crisi di legittimità dopo il passaggio in forza della Loi Retraite ed al momento incapace di affrontare il dibattito sul disegno di legge sull’immigrazione (che porta il nome del ministro dell’interno Darmanin), ha annunciato il rafforzamento del dispositivo di controllo con l’aggiunta di 150 effettivi, che sono entrati in funzione in questi giorni, e la creazione di una nuova border force.

Il caso del naufragio di Steccato di Cutro è stato portato come emblematico di cio’ che non si vede, prima e dopo questa strage. Naufragi e respingimenti sono in aumento e le politiche di esternalizzazione delle frontiere, fortemente volute e finanziate dai governi europei, stanno determinando nuove violenze tanto in Libia quanto in Tunisia, dove l’attacco alle popolazioni subsahariane fa il paio con la criminalizzazione dei pescatori che portano soccorso alle barche in difficoltà. All’arrivo sulle coste italiane si aggiungono ulteriori violenze per chi sopravvive, che assumono la forma di un’accoglienza indegna e del mancato accesso alle informazioni sul destino dei propri cari. A Cutro è risultata evidente l’impreparazione istituzionale di fronte a una strage di quella portata, con prassi di identificazione dei corpi confuse e l’abbandono totale tanto delle persone sopravvissute, quanto delle famiglie di quelle scomparse. Associazioni e realtà solidali si sono fatte carico dell’accompagnamento delle famiglie con le proprie sole forze, e soltanto la determinazione dei familiari delle vittime ha permesso di avere risposte sul rimpatrio dei corpi e su quanto succedeva a Cutro. La risposta governativa è invece tristemente nota, con un consiglio dei ministri che è servito unicamente a criminalizzare gli scafisti e le persone che si imbarcano, deresponsabilizzando il governo rispetto a quanto accaduto e gettando le basi per un nuovo tornante repressivo.

Vaso comunicante con Ventimiglia è la frontiera sul Monginevro.

Il grosso dei passaggi in alta val di Susa inizia infatti a partire del 2017, anno in cui si rafforzano i controlli attorno a Ventimiglia, e sono caratterizzati in un primo periodo dalla presenza di uomini provenienti dalla rotta balcanica, che pur portando sul corpo i segni del viaggio, avevano chiari progetti migratori e una certa esperienza della montagna. Oggi le persone che raggiungo Oulx sono diverse per provenienza e profilo. Uomini e donne vulnerate, con meno esperienza della montagna, trovano ancora ad accoglierle un tessuto solidale sul territorio. Ma la stanchezza dellə solidali comincia a farsi sentire, ed il passaggio per queste persone è sempre più difficile. Emerge anche da questo nodo della frontiera italo-francese il bisogno di rinsaldare le nostre reti di solidarietà dal basso. Forte anche il desiderio di mobilitazione collettiva che il presidio al colle della Maddalena, in alta valle Stura, di sabato 29 aprile ha espresso. La necessità di organizzarci insieme è urgente, su tutta la frontiera italo-francese – che infondo è unica per chi l’attraversa.

A Ventimiglia ci troviamo di fronte a un potere che ha fatto di tutto per rendere atroce una situazione già difficile, mentre in questo territorio è mancata la voce strategica della società civile, anche laddove alcune realtà del terzo settore sono impegnate nell’accoglienza istituzionale e quindi pienamente implicate con quanto accade. Abbiamo davanti agli occhi l’inadeguatezza dei servizi sociali territoriali, dei presidi sanitari e di salute mentale, mentre precipitano velocemente le condizioni critiche dell’umanità sotto il ponte di via Tenda.

Nella parte finale della discussione è stata evidenziata la volontà di rivedersi e di coordinarsi maggiormente lungo tutta la frontiera italo-francese, quindi costruire insieme proposte di mobilitazioni unitarie. Dallə solidali del territorio è stata ribadita la volontà di dare continuità all’assemblea, con una mobilitazione che riesca a visibilizzare e denunciare l’estrema violenza della situazione locale. Nella testa e nei cuori di chi è stato/a presente negli ultimi anni a Ventimiglia l’occasione per mobilitarsi è stata individuata nell’anniversario del pestaggio e della morte di Moussa Balde – morto al CPR di Torino nella notte tra il 22 ed il 23 Maggio 2021, storia emblematica della violenza razzista dei dispositivi di frontiera. Anche la famiglia di Moussa sostiene con determinazione la lotta al razzismo e alle frontiere, e ci invita ad organizzarci per un momento che sia di commemorazione ma anche di denuncia e rivendicazione.

Crediamo che questa possa essere anche un’occasione per dare continuità alla lotta contro la legge approvata in questi giorni e che porta il nome della strage di Cutro, contro il razzismo strutturale della nostra società e tutti i dispositivi che impediscono alle persone migranti una vita degna.

È fissato dunque per DOMENICA 21 MAGGIO alle ore 11:00 il concentramento in stazione a Ventimiglia, per convergere insieme in una manifestazione che attraverserà il centro della città di confine con le parole d’ordine

Per Moussa e per le vittime delle frontiere! Contro frontiere, razzismo e violenza istituzionale!”