23 dicembre 2018. Praticamente è natale, ma la luce sul mare vista dalla frontiera alta ha ancora una bellezza che contrasta con ciò che conosciamo di questo territorio.

Giovani uomini tornano indietro sulla strada in salita perché respinti dal paese dei Gilet Jaunes.

Da questa parte, altri giovani, solo più chiari, sono ormai da anni organizzati per offrirgli qualcosa che assomigli a una colazione. Luminosi e gentili come sempre, gli attivisti di Kesha Nija riescono a trasformare una cunetta dell’inospitale strada in un luogo piacevole e accogliente.

Chi si ferma per mangiare e bere qualcosa, ha l’aspetto di uomo e occhi di bambino. Racconta avventure di sfruttamento e di fatica in diversi paesi o città della nostra penisola. Tutti sorridono, ringraziano, qualcuno ha la forza di augurare a noi buona fortuna.

Uno di questi giovani uomini è stremato. Con gli occhi pieni di paura, non sa come arrivare a Ventimiglia, si sente male e la strada è troppo lunga. Ha solo 4 dita della mano sinistra.

Molti sono i dolori e i disturbi che lamenta. Nulla che sembra possibile trattare con qualche compressa.

Dobbiamo andare a vedere un posto quì vicino, poi ti porteremo noi in città.

Mostra ancora paura, ma si convince.

Quattro donne si dirigono verso un piccolo paese di montagna. Quattro donne alla ricerca di un luogo dove forse delle sorelle vengono sfruttate, vengono vendute per pagarsi l’agognato passaggio a una vita ignota, forse migliore.

Uno dei paesi italiani vuoti. Solo qualche signora anziana e un uomo che fuma una sigaretta affacciato a parlare con un passante.

Intanto, una semplice fontana con qualche dipinto mostra la macabra ironia di cui non capiamo la penultima parola: “affinché le bocche del viaggiatore stremato si perdano nel tuo dolce…. Canto? Cammino? …infinito”.

Ripreso il giovane in macchina veniamo a sapere che un morso di serpente ha causato l’amputazione del dito. Ci dice che è stato trattato, ma il veleno e il male che ne è derivato non finirà mai.

Questo male è misto con il dolore per non poter vedere più la sua compagna di 28 anni, e la bambina, che ormai ha sei anni e che non vede da 4. Proprio in quel momento riceve una video-chiamata. Ci mostra una giovane donna sorridente e una piccola bambina sotto un bellissimo tetto di una casa tradizionale della Guinea Conakry, e sorridendo gli occhi gli si riempiono di lacrime.

Pranziamo con altre due donne importanti per questa terra. Diverse dalla uniforme massa inerte o rancorosa, solidali e umane, la loro vita è ormai una lotta costante e passare del tempo con loro da queste parti è vitale per poter mantenere la fiducia nel genere umano.

Camminiamo poi molto. Di nuovo 4 donne ma diverse, nei luoghi dove in passato le persone si sono fermate, ora vuoti e dove la natura prende il sopravvento.

Agghiacciante spettacolo per noi è la vista del parcheggio di fronte alla chiesa delle Gianchette, dove sono stati montati dei giochi gonfiabili per pochi bambini, chiuso da grate e sorvegliato da un ingente schieramento di poliziotti, per i festeggiamenti del quartiere.

Sappiamo che è importante cercare persone isolate, qualcuna/o che sia più fragile tra queste/i viaggiatori e combattenti. Ragazze vendute per dieci euro. Possibile? Come possiamo fermare questo scempio della razza umana?