Le testimonianze dei migranti in Italia: il viaggio di A., diciassettenne afgano, che ha percorso tutte le frontiere dell’Europa dell’est

 

Vorrei sapere come e perché sei arrivato qui.

A. – Sono arrivato qui a causa dei tanti problemi in Afghanistan. Sai, ci sono molti problemi in Afghanistan, è per questo che lasciamo il nostro paese e veniamo qui in Italia. Sono arrivato qui attraverso un percorso difficile, mi sono trovato in una situazione davvero difficile. Dopo essere partito dall’Afghanistan sono arrivato in Iran e lì la polizia mi ha preso per la prima volta e mi hanno picchiato così tanto e dopo mi hanno mandato indietro in Afghanistan. Dopo ho provato a partire di nuovo, ho fallito varie volte ma alla fine sono riuscito ad arrivare in Turchia.

Poi ho tentato di arrivare in Bulgaria per 5 o 6 volte, ma c’era troppo controllo e non riuscivo a passare. Mi hanno preso e mi hanno picchiato ancora e ancora…una volta mi hanno rubato le scarpe e la giacca, mi hanno rubato tutto, sono rimasto solo con la biancheria intima e mi hanno rimandato in Turchia. Ma ho provato ancora alcune volte e alla fine sono arrivato in Bulgaria, a Sofia, la capitale, dove la polizia mi ha preso e picchiato, chiedendomi “Cosa sei venuto a fare in Bulgaria?”, io ho risposto che venivo dall’Afghanistan e che avrei voluto restare lì.

Mi hanno chiesto i documenti e ho risposto che non avevo niente e mi hanno preso di nuovo, hanno chiamato una macchina della polizia apposta per me, mi hanno fatto salire e mi hanno portato in un carcere, sono rimasto lì 4 o 5 mesi. Lì in prigione in Bulgaria c’era una situazione bruttissima perché ogni 20 giorni la polizia arrivava e picchiava tutti i rifugiati. Venivano solo per controllare gli smartphone di alcuni rifugiati. Ci chiamavano uno per uno, c’era così tanta polizia che stava lì schierata in piedi. Quando il rifugiato passava lo picchiavano ripetutamente con un bastone finché non fosse arrivato dall’altra parte. Poi mi hanno rilasciato e finalmente ero libero. C’erano così tanti problemi in Bugaria…

Dopo ho tentato 3 volte di arrivare in Serbia, ma le prime 2 non sono riuscito a sorpassare il confine. La prima volta ero in viaggio in macchina verso Belgrado, quando la polizia mi ha intercettato e respinto verso la Bulgaria. Ho tentato altre 2 volte e alla fine sono riuscito ad arrivare a Belgrado, sono rimasto lì 6 mesi. Da lì ho tentato di attraversare la frontiera ungherese e quella croata, ma c’era troppo controllo dei confini e ho tentato varie volte.

La prima volta ho tentato di oltrepassare il confine con l’Ungheria, ma la polizia ungherese mi ha preso e mi ha picchiato duramente, poi mi ha rispedito in Serbia. Lì ho provato ancora 5 volte a passare il confine, poi ho visto che era una situazione troppo chiusa e ho abbandonato l’idea di passare in Ungheria. Così ho deciso di seguire la strada verso la Croazia e ci sono riuscito.

Mi ha preso la polizia più o meno a metà strada e mi hanno rispedito in Serbia. Ho ritentato 5 o 6 volte di ritornare in Croazia, ma ogni volta non mi lasciavano entrare. In tutto sono rimasto 8 mesi in Serbia. Quando ho riprovato a passare il confine con l’Ungheria, ma ho trovato 3 punti di contenimento e abbiamo provato a sorpassarli e ci siamo riusciti. Poi siamo arrivati in Austria e ci sono rimasto 6 giorni, ma mi hanno detto che non potevo stare lì perché avevo i documenti della Bulgaria. Ho deciso di proseguire per l’Italia e sono arrivato.

In Bulgaria c’era una situazione molto brutta: quando mi hanno rilasciato sono stato in un campo aperto ad Harmanli ma c’erano troppi problemi: non mi lasciavano né uscire né andare in giro. C’era troppo controllo e mi chiedevano contuamente i documenti, non avendoli non potevo uscire dal campo. Ma c’erano troppi problemi e quindi, quando in Austria mi hanno detto che non potevo rimanere lì, ho deciso di entrare in Italia. Spero che le autorità italiane mi rilasceranno, se Dio lo vorrà, il passaporto così che io possa proseguire.

Ok, grazie…quanti anni hai?

A. – Ho 17 anni.

 

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